ingrassaggio trattore

Ingrassaggio delle Macchine Agricole

La corretta manutenzione delle macchine agricole implica una conoscenza adeguata in merito a pratiche di ‘ingrassaggio di snodi, cuscinetti, giunti di trattori ed attrezzature collegate, in modo da prevenire la rottura di componenti molto costose.

Di seguito tratteremo questo tipo di manutenzione per argomenti:

Il Grasso

I grassi, come gli oli, non sono tutti uguali: il mercato offre una notevole quantità di prodotti con caratteristiche, capacità e vantaggi specifici, quindi bisogna sapere che: la densità si esprime con il grado NLGI, che va da 000 (molto fluido) a 6 (estremamente denso).

Per un normale impiego si utilizza solitamente il grado 2, adatto a impieghi vari e universali, e il grado 3 (mediamente denso), perfetto per cuscinetti e snodi a lubrificazione stagna. Nonostante l’uso comune che se ne fa, il costruttore, nel libretto di uso e manutenzione, potrebbe aver indicato e raccomandato gradi diversi di NLGI per alcuni casi specifici.

La formula chimica a base minerale, sintetica o semi-sintetica, ciascuna delle quali presenta additivi specifici, incide sulla qualità del grasso e sul suo impiego, come ad esempio:

  • Grasso al litio, che ha buone caratteristiche di stabilità meccanica e chimica, e protegge da ossidazione, corrosione e ruggine. Resiste bene all’acqua ed è facilmente pompabile, perciò è uno dei tipi più venduti per uso universale;
  • Grasso al bisolfuro di molibdeno, che si distingue per la capacità di restare legato ai metalli nelle condizioni più gravose, ed è resistente alle alte temperature (fino a 300°C). Per queste sue caratteristiche viene usato su cuscinetti e boccole a lubrificazione stagna, ed è iniettabile mediante pompa solo con gradi NLGI abbastanza fluidi.
  • Grasso al silicone, adatto per favorire la lubrificazione tra parti di metallo e gomma, ma poco performante per altri utilizzi;
  • Grasso alla grafite, usato per lubrificazioni gravose e ad alte temperature ( fino a 400°C), spesso applicato direttamente, in quanto difficile da iniettare mediante pompa. Per questo motivo, alcuni prodotti vengono proposti con bassa percentuale di grafite, detti “grassi grafitati”, a volte uniti al litio e di consistenza adatta per essere pompati.

Esistono naturalmente anche molti altri prodotti per impieghi specifici e di nicchia.

La Pompa del Grasso

Viene usata per iniettare il grasso in pressione negli ingrassatori, e si divide in tre famiglie:

  • Pompa del grasso a carica manuale, dotata di un serbatoio avvitato che deve essere riempito manualmente, ormai in disuso a causa delle difficoltà di riempimento, che causa la produzione di fastidiose bolle d’aria.
  • Pompa del grasso a cartuccia, di gran lunga la più usata, dotata di un serbatoio avvitato che viene riempito con un’apposita cartuccia di diametro standardizzato a 53 mm oppure 56 mm. Essa ha una capacità variabile, che va da 400 a 600 grammi di grasso, in base alla lunghezza.
pompa-grasso-trattore

Come si carica la Pompa del grasso?

La procedura è molto semplice, e si basa su 7 fasi:

  • Fase 1: svitare il serbatoio
serbatoio-pompa-grasso
  • Fase 2: tirare completamente la leva dello stantuffo, bloccandola con l’apposito fermo e facendo attenzione che non si sganci MAI durante il caricamento
stantuffo-pompa-grasso
  • Fase 3: inserire la cartuccia togliendo il tappo e rispettando il verso della freccia, controllando che il diametro della nuova cartuccia sia compatibile con il serbatoio.
cartuccia-pompa-grasso
  • Fase 4: tagliare il coperchio della cartuccia lungo l’incasso, oppure togliere il sigillo, se presente
pompa-grasso-cartuccia
  • Fase 5: avvitare il serbatoio;
  • Fase 6: sbloccare la leva dello stantuffo spingendola completamente dentro il serbatoio.
verifica-pompa-grasso
  • Fase 7: pompare il grasso verificando che esca dal tubo. In caso contrario, spurgare l’aria dall’apposito strumento.
avvitamento-cartuccia

Esiste anche una versione più recente, dotata di una cartuccia che si avvita direttamente sul corpo pompa, senza serbatoio, tale da semplificare le operazioni di carico del grasso.

pompa-senza-serbatoio

Pompa del grasso a barile, che si usa poggiata a terra e che può essere dotata di serbatoio autonomo, oppure fissata direttamente sul fustino del grasso al posto del coperchio. Per la sua capacità, che normalmente va dai 10 kg in su, viene usata nelle officine e nelle aziende agricole che usano molto grasso.

pompa-grasso-a-barile

Tutti i sistemi di pompaggio, oltre che a funzionare con leva manuale, possono essere dotati di meccanismi di pressione comandati da aria compressa o elettrici.

La Testina del Grasso

La testina del grasso è il dispositivo che, quando collegato alla pompa mediante un tubo ad alta pressione, inietta il grasso nell’ingrassatore situato sulla macchina da lubrificare. Nel 99% dei casi, l’ingrassatore ha questa forma e la testina ha una filettatura femmina della misura M10x1 millimetri.

testina-grasso

Queste sono le dimensioni standard delle testine, che vengono a loro volta divise in due famiglie:

  • Testine con bloccaggio standard, normalmente dotate di 3 o 4 griffe per bloccare l’ingrassatore. Le testine devono essere spinte verso l’ingrassatore fino a sentire un “click”, per poi andare ad iniettare il grasso, tenendola premuta con la mano e sbloccandola tirando con forza. Questo è un modello economico, consigliato per ingrassaggi saltuari con ingrassatori comodi da raggiungere.
testine-bloccaggio-standard
  • Testine con bloccaggio a leva, di uso professionale, che bloccano l’ingrassatore azionando una levetta che può essere rilasciata durante l’ingrassaggio, liberando così la mano dell’operatore per favorire il pompaggio. Si sbloccano azionando di nuovo la levetta.
testina-bloccaggio-a-leva

Questo modello è il più adatto per uso professionale, ed esiste una versione allungata per raggiungere gli ingrassatori più scomodi.

testina-grasso-bloccaggio-a-leva

L’Ingrassatore

Come precedentemente chiarito, gli ingrassatori seguono per lo più uno standard e si differenziano solo tra “dritti” e “piegati”. Essi, inoltre, sono quasi sempre avvitati alla macchina.

ingrassatore

Gli ingrassatori vanno sostituiti in tre casi: se il grasso non entra liberamente, se esso fuoriesce dopo l’ingrassaggio, oppure se sono visivamente danneggiati, pregiudicando così il corretto accoppiamento con la testina.

In questo ultimo caso, prima di acquistare un nuovo ingrassatore è necessario svitare quello già presente per misurare il diametro della filettatura, che può variare dai 6 millimetri ai 16 millimetri, a volte con passi a pollici.

Oltre agli ingrassatori standard, ne esistono alcuni di altre dimensioni che sono comunque facilmente reperibili in commercio: necessitano però di un’apposita testina.

Quanto spesso bisogna Ingrassare?

Per conoscere le tempistiche di ingrassaggio, la prima regola è quella di consultare il libretto di uso e manutenzione sia del trattore che dell’attrezzo. Altre indicazioni sugli intervalli di lubrificazione, inoltre, potrebbero essere presenti sugli adesivi della macchina. Nel caso in cui ciò non avvenga si possono tenere comunque in considerazione alcune regole di base:

  • Gli accoppiamenti di modesta rotazione o scorrimento, come pedaliere, snodi dello sterzo, sollevatori, attacchi degli attrezzi e simili, normalmente hanno un intervallo di lubrificazione consigliato di almeno venti ore di lavoro.
  • Gli accoppiamenti di elevata rotazione, come cuscinetti o boccole di alberi, cardani, pulegge ed ingranaggi, devono essere ingrassati ogni 8 ore di lavoro, oppure più spesso, come nel caso dei supporti del rotore dei trincia erba, soprattutto se si è in presenza di polvere o impieghi gravosi.

Il grasso va iniettato senza esagerare: negli accoppiamenti aperti bisogna inserirlo fino al fuoriuscire del primo grasso vecchio, mentre in quelli sigillati è necessario limitarsi a 3 o 4 pompate al massimo, per evitare rotture degli schermi interni di protezione, naturalmente salvo diverse indicazioni del costruttore.

Dopo il lavaggio della macchina si consiglia di effettuare comunque un ingrassaggio, per evitare che l’acqua si depositi nelle giunzioni, non rischiando così ossidazioni e grippaggi. Infine, è necessario ingrassare prima del ricovero della macchina durante il periodo di inattività fuori stagione, al fine di prevenire danni dovuti alla lunga sosta degli organi meccanici e alle eventuali intemperie.

In conclusione, possiamo dire che l’ingrassaggio è un buon investimento per il corretto e duraturo funzionamento sia del tuo trattore che dell’attrezzo, quindi è bene utilizzare sempre grassi di qualità.

Attenzione!

Queste istruzioni sono pubblicate a scopo divulgativo, e sono genericamente riferite ai dispositivi più comuni presenti sul mercato. Per istruzioni dettagliate e specifiche è bene consultare i libretti di uso e manutenzione in dotazione al tuo trattore e attrezzo.

terzo punto

Come si aggancia il terzo punto (senza faticare)

Per definizione, il terzo punto è un tirante filettato dotato di snodi e filettatura regolabile, che serve a collegare l’attacco più alto dell’attrezzatura al trattore, inserendo i perni di attacco nelle apposite forcelle.

Esiste anche una versione idraulica con un martinetto comandato dalle prese idrauliche del trattore, che consente la regolazione della lunghezza dal posto guida.

terzo punto idraulico

Inoltre, alcuni trattori moderni hanno sistemi di aggancio e sgancio rapido del terzo punto, rendendo ancora più semplice e veloce l’utilizzo degli attrezzi, può essere infatti dotato di un gancio rapido a sfera, che ne facilita lo stacco e riattacco, montato sul lato attrezzo. In generale, il terzo punto del trattore è utile e versatile per gli agricoltori, e consente loro di svolgere molte attività in modo più efficiente e con maggiore flessibilità.

terzo punto regolabile

La sua caratteristica principale è che, essendo regolabile in lunghezza, consente di variare l’inclinazione dell’attrezzo rispetto al piano del terreno per ottimizzare l’angolo di lavoro.

Il terzo punto del trattore è uno strumento molto utile per gli agricoltori, poiché consente loro di utilizzare una varietà di attrezzi per diverse attività agricole. Tuttavia, è importante utilizzare il terzo punto in modo sicuro e assicurarsi sempre che gli attrezzi siano ben agganciati e stabili prima di iniziare il lavoro.

Come si Aggancia il Terzo Punto

Per utilizzare al meglio tale strumento, bisogna conoscerne e caratteristiche ed essere in grado di agganciarlo in piena sicurezza. Vediamo ora nel dettaglio ciascuna fase.

Fase 1: attaccare l’attrezzo al trattore, sui soli bracci inferiori del sollevatore

Fase 2: alzare l’attrezzo dal posto guida utilizzando il sollevatore con il motore acceso, fino ad ottenere l’angolo di inclinazione desiderato per il lavoro dell’attrezzo, poi spegnere il motore

terzo punto come si aggancia

Fase 3: montare il terzo punto lato trattore con l’apposito perno.

Spesso la forcella di attacco del trattore ha più fori a diverse altezze, quindi bisogna scegliere il foro giusto tenendo conto che l’attrezzo, durante il lavoro, deve avere il terzo punto posizionato il più possibile in parallelo al terreno. In generale, esso non deve mai avere il lato più alto verso il trattore, e bisogna sapere che, se l’attrezzo lavora in profondità, la verifica dell’inclinazione va eseguita in fase effettiva di lavoro.

terzo punto forcella

Eventuali correzioni si possono ottenere utilizzando le forature sull’attrezzo, come vedremo in seguito.

Non tutti sanno che

La scelta dei fori sulla forcella di attacco del trattore incide sulla sensibilità della valvola di sforzo controllato del sollevatore, se presente, per cui bisogna consultare il libretto di istruzioni del trattore, prossimamente pubblicheremo un post dedicato all’argomento.

Fase 4: montare il terzo punto già allungato a misura sulla forcella dell’attrezzo.

montare terzo punto

Questa manovra ci evita di dover regolare la lunghezza da montato, risparmiando tempo e fatica per girare il manicotto sulle viti.

Durante l’aggancio dell’attrezzo si deve inoltre scegliere il foro più adatto per ottenere l’altezza giusta per la corretta inclinazione del terzo punto, come descritto nella fase 3 per il trattore.

Fase 5: sollevare gradualmente il sollevatore dal posto guida, verificando che alla massima alzata il terzo punto non urti sul trattore e che non ci siano interferenze con gli organi di attacco.

Se ciò invece si verifica, possiamo agire in diversi modi:

  • Limitare l’alzata del sollevatore utilizzando il fermo apposito sulla leva di comando, se disponibile
  • Allungare i tiranti verticali dei bracci sollevatore. In questo modo, aumentiamo anche la profondità massima dell’attrezzo.
  • Scegliere un foro di aggancio diverso sulle forcelle di fissaggio del terzo punto sul trattore e sull’attrezzo, cercando di mantenere la giusta inclinazione, come precedentemente descritto.

Finite queste verifiche, siamo pronti al lavoro!

Fai Attenzione

Queste istruzioni sono pubblicate a scopo divulgativo, e sono genericamente
riferite ai dispositivi più comuni presenti sul mercato.
Per istruzioni dettagliate e specifiche è bene consultare i libretti di uso e
manutenzione in dotazione al tuo trattore e attrezzo.

E soprattutto… non confondiamo il terzo punto del trattore con il terzo stop delle auto!
Rivolgiti a professionisti come noi per trovare il ricambio perfetto per il tuo trattore e avere suggerimenti utili per montaggio e smontaggio strumenti agricoli.

come-agganciare-il-cardano

Istruzioni per agganciare il cardano (senza farsi male)

Oggi ti diamo alcune indicazioni per agganciare il cardano senza farti male, ma prima vediamo cos’è e come si utilizza.

Cos’è il giunto cardanico o cardano

Il cardano o giunto cardanico è un organo meccanico snodabile che serve a trasmettere movimento e potenza al macchinario agricolo. Questo strumento trasmette quindi il moto rotatorio dalla presa di potenza del trattore alle macchine agricole ad esso collegate, come fresatrici trincia tutto e altre. In pratica, serve a sfruttare la potenza del motore del trattore per alimentare il movimento delle appendici necessarie al lavoro sui campi coltivati.

Grazie alla ricerca, all’innovazione in ambito agricolo e all’evolversi delle competenze, con il tempo, un sistema antico come quello del cardano, si è perfezionato fino a garantire eccellenti prestazioni. Giunti come quello omocinetico permettono infatti la trasmissione della potenza senza dispersioni, mantenendo inalterato il numero di giri sia in entrata che in uscita dalla presa del motore, garantendo allo stesso tempo il funzionamento ottimale con qualsiasi angolo di snodo.

Se si necessita di agganciare un nuovo cardano, è bene pensare alla sua manutenzione, onde evitare che sia necessario sostituirlo entro tempi brevi: due elementi di manutenzione fondamentali sono l’inclinazione del giunto cardanico e la sua lubrificazione. La lubrificazione si esegue pompando il grasso negli appositi ingrassatori situati sugli snodi, detti crociere, al fine di facilitare il movimento rotatorio interno ed evitare sforzi, frizioni e contatti che potrebbero causare l’usura del prodotto. Bisogna considerare poi il fatto che ogni tipologia di cardano ha delle differenze di dimensionamento, in quanto progettato secondo la potenza della macchina nella quale verrà inserita.

Come montare il cardano

La prima cosa da sapere e forse la più importante è quella di usare solo cardani con protezioni integre, complete di catenelle di fissaggio e cuffie fisse di protezione montate sul trattore e attrezzatura collegata.

1. La prima fase per montare il cardano consiste nell’ agganciare l’attrezzo al trattore.

2. In seguito, è necessario appoggiare l’attrezzo a terra e spegnere il motore.

3.Si procede inserendo le forcelle del cardano prima sull’albero dell’attrezzo, e poi su quello del trattore, tenendo premuto il pulsante di arresto che, arrivato nella sua sede, al rilascio deve emettere un sonoro “click”.

Alcuni modelli di cardano, però, al posto del pulsante hanno una ghiera rotonda: in alcuni va ruotata di circa un quarto di giro, in altri tipi la ghiera deve essere tirata usando ambedue le mani.
In ogni caso, è essenziale verificare l’avvenuto bloccaggio della forcella tentando di estrarre con forza il cardano dall’albero, senza operare sul sistema di bloccaggio.
Per smontare il cardano, invece, è necessario operare sui pulsanti o sulle ghiere, tenendoli in posizione sbloccata e tirando via le forcelle dagli alberi della presa di forza.

4. Dopodiché, è bene verificare la lunghezza corretta del cardano, soprattutto se lo stai montando per la prima volta, oppure se è stato cambiato il modello del trattore o il tipo di attrezzo. Per controllare la lunghezza corretta bisogna alzare ed abbassare completamente l’attrezzo, individuando i punti di minima e massima estensione del cardano, verificando che:

  • in lunghezza massima le protezioni centrali siano sempre coperte tra loro. Se ciò non avviene, il cardano si potrebbe sfilare durante il funzionamento, provocando danni gravissimi.
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  • In lunghezza minima le protezioni si devono sovrapporre, lasciando un gioco minimo di 10 – 20 millimetri in qualsiasi condizione di lavoro. In caso contrario, se si sovrappongono completamente, vuol dire che il cardano è arrivato “a battuta”, creando un notevole carico assiale sugli alberi delle prese di forza del trattore e dell’attrezzo, causando danni alle trasmissioni in tempi brevi.

5. La penultima fase consiste nell’agganciare separatamente le catenelle delle protezioni sia al trattore che all’attrezzo, individuando un punto fisso e comodo da raggiungere e facendo attenzione che la catenella non sia tirata e non si impigli sulle forcelle del cardano durante la rotazione. Spesso sulle cuffie di protezione dei trattori e degli attrezzi si trovano appositi fori o asole per fissare le catenelle.

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Lo sapevi che? Curiosità sulle catenelle

Le catenelle sono importanti ai fini della sicurezza, perché impediscono alle protezioni di girare insieme al cardano durante il lavoro, ponendo così rimedio a pericolosissimi attorcigliamenti di indumenti. Un tale incidente avrebbe conseguenze gravissime. Inoltre, impediscono all’erba alta di attorcigliarsi e provocare danni alla trasmissione.

Perché le catenelle si rompono?

Le catenelle, anche se montate bene, si possono rompere perché si “grippa” la boccola in plastica tra la protezione e la forcella, a causa della mancanza di ingrassaggio: ebbene si! non tutti sanno che anche le protezioni hanno i loro preziosi ingrassatori, oltre tutto molto comodi perché posizionati all’esterno della protezione.

6. Nell’ultima fase è sufficiente provare il cardano azionando la presa di forza e controllando che non ci siano vibrazioni e rumori anomali.
Dopodiché… buon lavoro!

Fai Attenzione

Queste istruzioni sono pubblicate a scopo divulgativo, e sono genericamente riferite ai dispositivi più comuni presenti sul mercato.
Per istruzioni dettagliate e specifiche è bene consultare i libretti di uso e manutenzione in dotazione al tuo trattore, attrezzo e cardano.

Curiosità sul Cardano

Cardano la cripto valuta

Sai che il cardano non è solo uno strumento da utilizzare in agricoltura ma anche una cripto valuta? Cardano è un progetto open source legato alle cripto valute, che punta alla realizzazione di una piattaforma blockchain pubblica per la gestione degli smart contract, per inviare e ricevere fondi. Tale piattaforma viene considerata un “unicum” nell’universo delle cripto valute, perché nasce con un approccio estremamente rigoroso. Le sue tre caratteristiche fondamentali sono: scalabilità, in quanto aumenta il throughput grazie a un meccanismo di consenso basato sull’algoritmo proof-of-stake Ouroboros e incrementa la banda utilizzando nuove topologie di rete, interoperabilità, grazie a un approccio specifico che mira a creare l’ “Internet delle blockchain”e sostenibilità, attraverso Patrocini e ICO.

Il Comune di Cardano

Cardano al Campo è anche un comune italiano della provincia di Varese, in Lombardia, situato vicino all’aeroporto di Milano Malpensa. Il comune di Cardano al Campo fa parte dell’area naturalistica del Parco naturale lombardo della Valle del Ticino, e accoglie nel suo territorio una vasta porzione di aree boschive. Il paese è perfetto per godersi il panorama verde della Lombardia: sempre più turisti scelgono di trascorrere le vacanze in hotel a cardano al campo e di degustare le prelibatezze di Mastropizza cardano al campo.

Girolamo Cardano

Girolamo Cardano o Gerolamo Cardano era un medico, umanista, matematico e astrologo, docente della facoltà di Medicina dell’Università di Pavia, città che gli ha dato i natali nel 1501. Lui stesso si definì “Poco rispettoso e senza peli sulla lingua”, caratteristica questa che gli procurò notevoli scontri e accuse da parte di colleghi e studenti, durante tutta la sua vita. Nonostante un’esistenza travagliata e complessa, di lui restano moltissime opere, espressione del Rinascimento italiano.